Cos’è la comfort zone? E perché tutti si ostinano a volerne uscire? Tutte le risposte in questo articolo!

Di zona di comfort se ne sente parlare spesso ultimamente, ma in pochi sanno che è un concetto che è nato esattamente trent’anni fa per spiegare come stesse cambiando il mondo del business in America.
Oggi, invece, la comfort zone è vista come quella parte della nostra vita di tutti i giorni che ci fa sentire a nostro agio, che ci rassicura e che non ci fa correre rischi. È la nostra routine, quella serie di azioni e di situazioni dove potremmo tranquillamente inserire il pilota automatico.
E per quanto ognuno di noi abbia bisogno di sicurezze, adagiarsi troppo in queste abitudini senza mai fare lo sforzo di provare qualcosa di nuovo porta col tempo a perdere interesse per la vita, a sentirci vuoti e senza uno scopo. L’essere umano ha bisogno di stimoli, di opportunità per crescere ed evolversi. Senza questo tipo di input si rischia di diventare tristi e depressi.
Ecco perché è importante, ogni tanto, uscire dalla comfort zone. Per dare nuova linfa vitale alla nostra esistenza.
Se senti che è arrivato il momento, anche per te, di dare un calcio alla monotonia e metterti alla prova, sei capitato nel posto giusto!
La zona di comfort in psicologia
Ormai è diventata un’espressione comune anche in Italia, ma da dove si è originato inizialmente il concetto di zona di comfort? Il termine comfort zone è stato coniato nei primi anni ’90 da Judith Bardwick, consulente, ricercatrice e scrittrice specializzata in psicologia applicata al lavoro. La Bardwick pubblicò nel 1991 il suo libro “Danger in the comfort zone“, dove definisce la zona di comfort in questo modo:
La zona di comfort è uno stato comportamentale all’interno del quale una persona opera in una condizione priva di ansia, utilizzando una serie limitata di comportamenti per raggiungere un livello di prestazioni stabile, di solito senza una percezione di rischio
In parole povere, essere all’interno della propria comfort zone vuol dire vivere facendo le cose che sappiamo fare e che abbiamo sempre fatto, e che ci fanno sentire a nostro agio perché ci inducono un senso di sicurezza e di stabilità. Vivere in questo modo vuol dire non correre rischi, ma anche precluderci ogni possibilità di crescita e di miglioramento.
Stress a piccole dosi
Da sempre vediamo lo stress come una cosa negativa, qualcosa da combattere e da eliminare dalle nostre vite, senza renderci conto che lo stress è proprio quello che ci da la spinta per migliorare e per raggiungere nuovi obiettivi. In realtà è l’eccesso di stress che ci fa andare in burnout, che invece che spingerci a fare meglio ci porta alla soglia della disperazione.
Questo è quello che hanno scoperto, all’inizio del 1900, Robert Yerkes e John Dillingham Dodson. Facendo esperimenti sui topi, hanno notato che questi erano più motivati a completare il labirinto se gli veniva data una piccola scossa elettrica. Se questa scossa diventava troppo intensa, i topi, invece che diventare più veloci, tendevano a nascondersi.
Questo può essere applicato sugli umani: troppo poco stress significa rimanere nella propria comfort zone dove non c’è crescita, mentre troppo significa entrare la zona di panico, dove non riusciamo più a gestire l’ansia e le nostre prestazioni iniziano a calare.

Come si traduce la zona di comfort nella vita di tutti i giorni?
La zona di comfort è composta dal nostro lavoro, dalle nostre amicizie, dai famigliari, da tutto quello che conosciamo bene e che ci da un senso di sicurezza. è la strada che facciamo tutti i giorni in macchina, il bar di fiducia, la palestra che frequentiamo da anni dove tutti ci conoscono, il locale dove andiamo da anni il sabato sera, il partner che è al nostro fianco da una vita.
E non c’è niente di male nell’avere tutto questo.
Il problema nasce quando ci rilassiamo un po’ troppo, quando ci crogioliamo in tutti quei comportamenti che sono fin troppo famigliari senza mai provare a fare qualcosa di nuovo, a spingerci un po’ oltre; quando smettiamo di esplorare noi stessi, quando perdiamo la motivazione per crescere e migliorarci.
Tutto questo ci porta, a lungo andare, a perdere interesse per la vita, a sentirci annoiati e insoddisfatti.
Lamentarsi invece che fare qualcosa
Ci sono persone, forse troppe, che pur rendendosi conto di non essere felici, decidono di rimanere nella propria insoddisfazione. Questo per una mancanza di coraggio, per paura del cambiamento. Per paura, appunto, di uscire dalla propria zona di comfort. È come se preferissero affrontare tutti i giorni la consapevolezza di non vivere la vita che vorrebbero, pur di non prendersi nessun rischio.
Per sentirsi meglio danno la colpa al proprio lavoro, alla propria moglie o marito, alla mancanza di tempo e soldi, al governo, al destino, alla sfiga. Le scuse che si raccontano tutti i giorni, rafforzate dalle lamentele delle persone come loro, diventano parte della loro comfort zone.
Questo, secondo me, è un atteggiamento pericolosissimo, che non fa altro che mascherare la nostra infelicità condannandoci ad una vita piatta e piena di insoddisfazione.
Perché abbiamo paura di uscire dalla zona di comfort?
Voler rimanere nella zona di comfort è una cosa perfettamente normale.
Il nostro cervello percepisce ogni cambiamento, ogni rischio preso, come una minaccia potenziale alla nostra sopravvivenza, e per questo fa di tutto per dissuaderci. Ci manda ogni segnale chimico possibile, che si trasforma in paura, per farci desistere e farci rimanere nella più sicura zona di comfort. Questo è un retaggio di quei giorni in cui vivevamo nelle caverne e i pericoli erano sempre dietro l’angolo. Ora questo meccanismo non hanno più senso di esistere, ma ce lo portiamo ancora dietro.

Ecco perché è cosi difficile trovare il coraggio di cambiare. E non parlo solo di cambiamenti drastici di vita. Parlo, per esempio, di provare un piatto nuovo nel ristorante in cui andiamo di solito, di attaccare bottone a quel ragazzo che ci piace tanto e che incontriamo tutti i giorni sull’autobus, di indossare qualcosa che non è proprio il nostro stile per paura di essere giudicati.
Paura di fallire, paura di non essere accettati, paura di perdere le persone che ci stanno vicino, paura di perdere soldi, di fare la cosa sbagliata. E a te cos’è che fa paura? Scrivimelo nei commenti🙂
Uscire dalla comfort zone: quattro buoni motivi per farlo
Se ancora non siete convinti, ecco come potreste migliorare la vostra vita se avrete il coraggio di affrontare le vostre paure:
Realizzarci come persone
Il primo buon motivo, e forse il più importante, per cui dovresti uscire dalla tua comfort zone, è per realizzare il tuo potenziale. Purtroppo siamo cresciuti in una società, e questo è particolarmente evidente in Italia, dove ci viene insegnato che il massimo della vita è trovare un buon lavoro e tenercelo.
Nessuno ci insegna che si, avere una stabilità finanziaria è importante, ma lo è anche fare ciò che ci rende felici e unici come individui. Nessuno ci spinge a correre dei rischi, nessuno ci dice che probabilmente dovremmo provare tante cose nella vita prima di trovare quella che ci fa sentire realizzati. A tredici anni ci viene richiesto di scegliere la scuola superiore che definirà che tipo di lavoro andremo a fare.
A tredici anni! Come se quella scelta sarà il punto di partenza di quella linea retta che sarà la nostra vita!
E dopo la scuola, invece che viaggiare, conoscere, provare cose diverse, ci affanniamo a trovare lavoro, un qualsiasi lavoro, per paura di non avere un futuro.
La piramide dei bisogni
Ecco perché è nostro compito renderci conto di questo e iniziare ad agire. Abraham Maslow, con la sua piramide dei bisogni, ci spiega che, una volta soddisfatti i bisogni primari (come acqua, cibo, senso di sicurezza, relazioni interpersonali), l’essere umano inizia a sentire il bisogno di raggiungere nuovi obiettivi. Questi si possono identificare come appunto l’autorealizzazione, lo svolgimento di attività creative e il raggiungimento del proprio potenziale.

Scoprire le nostre potenzialità
Uscire dalla zona di comfort vuol dire misurarsi con delle situazioni nuove, che vi costringeranno a tirare fuori dei lati di voi che magari non sapevate nemmeno di avere. Scoprirete di essere capaci di cose che mai avreste immaginato, e questo vi darà la spinta per andare avanti e continuare a mettere alla prova voi stessi.
Avrete sempre più fiducia in voi stessi e nelle vostre capacità, diventerete più indipendenti e anche la vostra autostima crescerà.
Nuovi punti di vista
Fare le stesse cose tutti i giorni, frequentare le stesse persone e gli stessi ambienti raramente vi darà l’occasione di riflettere o di vedere le cose sotto un altro punto di vista.
Fare qualcosa di totalmente diverso dalla vostra routine vi darà modo di aprire la mente e vedere aspetti della vostra vista e quella degli altri sotto una nuova luce. Questo è particolarmente vero quando sia viaggia.
Avrete meno paura dei cambiamenti
Una volta che sarete a vostro agio nell’uscire dalla vostra comfort zone, i cambiamenti non saranno più così spaventosi. Forse vi verranno anche a piacere. Avrete più fiducia nelle vostre capacità, e quando si presenterà un’avversità o un evento improvviso saprete esattamente come cavarvela.
Come uscire dalla comfort zone
Il segreto per uscire dalla zona di comfort è fare amicizia con il disagio.
Esatto. Iniziate ad accettare di provare paura come parte del processo. Questo vi permetterà, col tempo, di non essere così a disagio in certe situazioni e di conseguenza di allargare la vostra zona di comfort. Perché alla fine di questo si tratta: essere a vostro agio in situazioni che un tempo vi mettevano a disagio.
Per fare questo dovete allenarvi. Si, dovete trattarlo come un work-out. Se vi abituate ad esercitarvi tutti i giorni, essere a disagio non sarà più questo grande problema, ma diventerà qualcosa che riuscirete a gestire senza problemi.
Pensate a quelle cose che vi fanno paura, e fatele lo stesso.
Partite dalle cose più piccole: per esempio andate a cena da soli. Oppure fate un complimento ad un perfetto sconosciuto per strada, Iniziate un nuovo sport, uscite con delle persone appena conosciute.
Di man in mano che acquisterete più fiducia in voi stessi (e che vi renderete conto di quanto molte delle vostre payre fossero irrazionali) potrete spingervi sempre più oltre. Mi viene in mente per esempio un viaggio in completa solitudine, se non l’avete mai fatto
Viaggiare per uscire dalla comfort zone
Per quanto mi riguarda, viaggiare è la cosa che più mi spinge ad uscire fuori dalla mia comfort zone e che in generale mi ha fatto crescere come persona. Viaggiare da sola e per lunghi periodi mi ha permesso di mettermi alla prova e allo stesso tempo di acquisire nuova fiducia in me stessa.
Immaginate di trovarvi da soli all’altro capo del mondo, in un paese sconosciuto, parlando un’inglese stentato, a cercare una casa, un lavoro, e possibilmente degli amici? Se questo non è uscire dalla propria zona di comfort allora non so che cosa sia!

Partire con il Working Holiday Visa
Se anche voi sentite il desiderio di mettervi alla prova viaggiando, il mio consiglio è di partire con il Working Holiday Visa (WHV). Per chi non sapesse cos’è, il Working Holiday è un visto rilasciato da alcuni Paesi tra cui l’Australia e la Nuova Zelanda che ti permette di viaggiare, lavorare e studiare per un anno, in alcuni casi anche due o tre.
Il WHV è, a mio avviso, un’occasione unica per fare un’esperienza all’estero quando si è ancora giovani (il visto viene rilasciato soltanto a chi ha meno di 31 anni). Non solo vivrete avventure pazzesche, ma crescerete, verrete a contatto con persone provenienti dal tutto il mondo e avrete modo di ascoltare le loro storie e di vedere le cose da un punto di vista nuovo. Imparerete a cavarvela, ad avere fiducia nelle vostre capacità, a non mollare quando le cose non vanno proprio nel verso giusto.
Il WHV mi ha permesso di vivere due anni in Australia ed uno in Nuova Zelanda, dove mi trovo tutt’ora, e non mi ringrazierò mai abbastanza per aver fatto questa scelta.
Se vuoi saperne di più sul Working Holiday Visa ti consiglio di leggere questi articoli:
Come trasferirsi in Australia con il Working Holiday Visa
Working Holiday Visa Australia: 15 consigli da chi l’ha fatto
Working Holiday Visa Australia: le istruzioni per richiederlo
Libri e podcast sulla zona di comfort
Out of the box, un anno fuori dalla zona di comfort, di Giordano Ruini
Esci dalla zona di comfort: i pilastri per iniziare (Guida Step by Step 2021), di Warren Goleman
Devid Venara – Il podcast di Dedid Venara, autore del blog Expanda, che tratta spiritualità, crescita personale e lavoro interiore ;
Psicologia e vita di Roberto Ausilio, psicologo e psicoterapeuta, che tratta di psicologia, crescita personale, psicoterapia, stili di vita, salute e strategie per vivere meglio;
Out of the Comfort Zone di Wanda Wallace, autrice e coach specializzata in comunicazione nella leadership (in inlgese).
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